Perché risparmiare o investire?
Tra gli elementi che concorrono alla definizione del profilo di un risparmiatore/investitore uno dei più importanti riguarda senza ombra di dubbio le finalità che si pone. Per quanto sia vero che le ragioni che possono spingere verso l’investimento sono potenzialmente infinite, lo è però altrettanto che tutte queste motivazioni possono essere in buona sostanza ricondotte a 3 obiettivi principali:
- proteggere il capitale di partenza, finalità solitamente perseguita soprattutto da quanti scelgono di destinare i propri risparmi al soddisfacimento di esigenze di breve respiro;
- accrescere il capitale inizialmente accantonato, anche a costo di dover attendere qualche tempo o correre qualche rischio sui mercati finanziari;
- “convertire” il capitale di partenza nella possibilità di fruire, in un arco temporale più o meno prossimo, di una rendita di varia periodicità, come ad esempio nel caso della previdenza complementare.
Conoscere la propria propensione al rischio per investire al meglio.
Tutti gli investitori puntano di norma a un utile, vale a dire a un rendimento di segno positivo. Pur con la doverosa raccomandazione di porsi sempre obiettivi di rendimento realistici, il rischio si potrebbe allora definire come il “prezzo” che si è disposti a pagare pur di preservare (ad esempio dall’erosione dell’inflazione) o accrescere il proprio capitale di partenza.
Ancora una volta, quindi, un fattore estremamente personale che definisce e al tempo stesso è definito dal profilo di ciascun risparmiatore/investitore, influenzando la costruzione del portafoglio finanziario: nessuna scelta è giusta o sbagliata di per sé, a patto di essere presa con consapevolezza e sulla base delle proprie specifiche esigenze. Incideranno ad esempio l’età anagrafica (solitamente risparmiatori più giovani possono permettersi una maggiore inclinazione al rischio), la propria situazione economica corrente o, ancora, eventuali nuove prospettive reddituali di breve o medio termine, utili a quantificare la percentuale di patrimonio investito che si è disposti a perdere in un certo lasso di tempo, gli obiettivi cui si aspira e l’orizzonte temporale entro cui si vorrebbe raggiungerli. Vien da sé, ad esempio, che sul lungo termine la valutazione dei rischi tende a cambiare: rialzi e ribassi che si consumano in poche settimane sono irrilevanti e quello che conta è la presunta affidabilità dei propri investimenti sulla distanza di anni.
Obiettivo finale è in ogni caso quello di soppesare tutti questi fattori per trovare il giusto equilibro tra propensione al rischio e rendimento atteso, così da individuare le strategie più coerenti con la propria view.
Perché diversificare i propri investimenti?
Mercati diversi registrano andamenti diversi in momenti diversi, pertanto uno dei modi migliori per conseguire rendimenti stabili è quello di ripartire il proprio capitale su diverse tipologie di investimento: “Non tenere tutte le uova nello stesso paniere…”
In ambito finanziario non esiste forse massima migliore per esemplificare il concetto di diversificazione, nel concreto una delle strategie più semplici ma anche efficaci attraverso cui ridurre il rischio complessivo del proprio portafoglio di investimento.
Costruire un portafoglio ben diversificato significa ripartirlo tra diversi strumenti finanziari e diverse asset class, mescolando quindi tra loro diverse tipologie di investimento, con l’obiettivo di ridurre l’impatto (e il rischio) che la singola attività può produrre in caso di rendimenti negativi o altri imprevisti. In altre parole, per evitare che l’intero portafoglio evidenzi performance deludenti a causa di un singolo investimento andato male o comunque molto al di sotto delle aspettative, l’investitore può e deve decidere di costruirlo distribuendo risorse e margini di incertezza su un ampio ventaglio di attività finanziarie, riducendo così di pari passo anche il rischio di concentrare le eventuali perdite su un unico strumento.
La regolarità negli investimenti.
A prescindere dalle dimensioni e dagli obiettivi dell’investimento, il conferimento regolare dei risparmi ha il potenziale di generare somme cospicue nel lungo termine: per raggiungere risultati soddisfacenti è allora fondamentale non investire in modo estemporaneo o con il contagocce e dare ai propri investimenti il tempo di crescere.
Nell’immaginario collettivo, e soprattutto tra i risparmiatori più giovani o meno esperti, è piuttosto diffusa la convinzione che per iniziare un percorso di investimento sia necessario avere a disposizione somme ingenti o comunque un capitale rilevante.
Si tratta tuttavia di una convinzione non del tutto corretta, soprattutto se si considera che sul mercato sono ormai presenti numerose soluzioni di investimento alla portata delle tasche di qualsiasi risparmiatore “eliminando” il problema dell’entità del capitale iniziale.
L’investimento a intervalli regolari può poi bilanciare gli alti e i bassi nel corso del tempo. In un mercato volatile, una strategia nota come “mediazione del costo” può aiutare a smussare l’effetto delle variazioni di mercato sul valore dei propri investimenti. Quando il mercato scende il pagamento fisso comprerà più azioni. Ovviamente, nelle fasi di rialzo se ne potranno acquistare meno azioni, ma quelle comprate nei mesi precedenti varranno di più, e incrementare gli investimenti col passare del tempo, magari al crescere del reddito durante il corso della vita, potrebbe portare ulteriori benefici. Col passare degli anni, infatti, è probabile che si riuscirà a incrementare l’importo da investire ogni mese, dando una marcia in più ai propri risparmi.
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